Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
Direttore : Dott. Ada Cortese
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Settembre 1992 Pag. 8° Laura Ottonello

Laura Ottonello

 ATTIVITA' 

DIALOGO CON LA NOTTE

"Perche' e' il luogo del silenzio in cui emerge cio' che di giorno tace, perche evoca la parola nel suo aspetto essenziale, la' dove le luci si fanno soffuse, i toni sommessi , l' ascolto piu' attento."

La veglia notturna, che quest’anno abbiamo chiamato "Dialogo con la notte", è una consuetudine che si ripete da quattro anni. La finalità e’ il lavoro che e’ ispirazione, Eros, la nostra vita; cio’ che ci permette una splendida occasione per arricchirci.
Ma perche’ la notte? Perche’ la notte e’ il luogo del mistero e della trasgressione, del silenzio e del sogno, del raccogliersi in sé facilitato dal calo della sorveglianza dell’Io che impera di giorno. Affiora con piu’ facilita’ quanto, solitamente, teniamo nascosto, la parte piu’ autentica di noi, quella piu’ capace di vero ascolto e di consapevolezza.
Il Se’, l’anima, il nucleo, l’interiorita’, Dio, o chiamatelo come vi pare, e’ cio’ che aspiriamo ad incontrare nel nostro lavoro. Gli esercizi che abbiamo svolto nel corso della serata sono volti al supera-mento della nostra individua-lità storica "personale" e mirano ad allentare le catene che ci imprigionano in forme standard (ruoli, definizioni, ecc.) per imparare a riconoscere quel lato che ci appartiene: l’universalita’. La "presenza" che e’ in ognuno di noi, costituisce la sacralita’ dell’essere umano, la sua unicita’, e, nello stesso tempo, la sua univer-salita’. Non si tratta di misticismi o di esercizi pseudo-spirituali: cio’ che, pian piano, si annusa e si incontra, siamo noi stessi, con le nostre contraddizioni e le tante voci che chiedono ascolto.
Ho partecipato, anche quest’anno, alla maratona notturna, e devo dire che stavolta, piu’ del solito, e’ stata un’esperienza ricca ed appagante. Uno degli esercizi che mi ha dato maggior benessere, e’ stato quello dell’affidamento: a coppie, a turno, uno guida e l’altro si fa condurre ad occhi chiusi. Il forte vissuto emotivo e’ venuto dal sentirmi cosi’ piacevolmente rilassata nelle mani dell’altro. Solitamente, infatti, questo non avviene perche’ si ha paura di lasciarsi andare, dell’ignoto, dello sconosciuto in carne ed ossa. La diffidenza, il pregiudizio, la paura, in una parola le resistenze, bloccano tale capacita’ di avere l’incontro con l’altro.
Quando cio’ avviene, l’esperienza che ne deriva e’ straordinariamente arricchente, perche’ non ti senti piu’ come un oggetto separato e trasportato, ma ti sperimenti come un tutt’uno con l’altro. Nonostante la stanchezza accumulata nei giorni precedenti, non mi sono neppure addormentata! E siccome e’ fondamentale leggere ogni evento che "accade", oggi, che sono piu’ immersa nel lavoro che portiamo avanti, posso affermare che la presenza, pur senza il mio consenso, ha vinto l’assenza, l’andarsene, l’incoscienza cioe’il sonno. E il clima emotivo che tutti abbiamo percepito e’ stato caldo, autentico e stimolante.
Circolava molta energia tra noi, ce ne siamo accorti tutti, anche i "nuovi" che  hanno manifestato molto entusiasmo per questa nuova esperienza.
Mi auguro che questa mia testimonianza  abbia attivato quella piccola grande fonte che alberga in ognuno di noi.

Laura Ottonello


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