Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Dicembre 1994 Pag. 9° Umberto Caruzzo
 MITI E LEGGENDE 

LE NOZZE
DI CADMO E ARMONIA

Zeus, estasiato dalla bellezza di Europa, la rapisce con uno stratagemma.

Mentre ella se ne sta con alcune amiche sulla spiaggia di Sidone, viene accerchiata da una mandria di tori. Uno è candido e per nulla minaccioso. Europa gli sale in groppa. Ma a questo punto Zeus-toro prende senz'indugio la via del mare e scompare tra le onde. Da questo fatto inizia il peregrinare di Cadmo: il padre Agenore, infatti, ingiunge a lui e ai suoi fratelli di ritrovare la loro sorella Europa e di non tornare senza di lei. Nel frattempo Zeus - che non è ancora "Signore" tra gli dei - cade vittima del mostro Tifeo il quale, approfittando del fatto che Zeus aveva deposto le sue folgori per dedicarsi al corteggiamento di una fanciulla, gliele ruba sottraendogli pure i suoi nervi ed ora lo tiene prigioniero nella sua grotta. Cadmo, spinto dalla sua ansia di ricerca ,si trova a passare proprio davanti alla grotta in cui Zeus giace semicosciente. Raccoglie immediatamente la sfida che Tifeo gli lancia e, grazie all'astuzia e al potere incantatore del suo zufolo, riesce a liberare il dio che, in cambio, gli promette in moglie una bellissima fanciulla frutto della congiunzione tra nientemenoche Ares, dio della guerra, e Afrodite, dea dell'amore. Dunque egli sarebbe stato "compagno diletto" di Armonia e salvatore dell'armonia del cosmo.
Il mito di Cadmo rappresenta una nuova fase della mitologia greca, in quanto segna il passaggio dal culto degli dei al culto degli eroi e, dunque, alla narrazione delle loro gesta.
Cadmo è un uomo dotato di una risorsa particolare che lo eleva ad eroe: quella stessa forza che lo rese "necessario" anche a Zeus, nel momento della sua maggiore inermità. Di lui sappiamo che "non possedeva armi se non invisibili artifici della mente". Ed è proprio l'astuzia, insieme all'arte, a farlo vincere sulla forza bruta del mostro.
Da Apollo ricevette in dono la capacità di trarre dal suo zufolo "la musica giusta", quella che sapeva trasformare il suono in "armonia". Inoltre, nel suo giovanile vagabondare col padre, ha ricevuto da sacerdoti egizi "spremuto nella sua bocca il latte, ineffabile dei libri".
Cadmo quindi, pur essendo un eroe mitologico, ha nel suo destino il superamento del mito grazie al dono di una nuova "parola". Se con Cadmo infatti si chiude un ciclo mitologico in cui l'attenzione era centrata sugli dei, eccessivamente attratti e incuriositi dalle vicende umane, sulle divinità contaminate dalle passioni e dai vizi degli uomini, con Cadmo, ancora, si apre una nuova fase in cui al centro sono gli uomini, visti come eroi in quanto caratterizzati da attitudini divine che li portano ad elevarsi verso l'alto. Con Cadmo dunque "il divino si trasferì nell'umano e l'umano fu elevato fino alla divinità, - scrive Kerenyi - e così sorse il mito dell'eroe". Dalla sua stirpe nascerà Dioniso, l'uomo-dio che porta in sè la contraddizione tipica di questa nuova umanità.
E' sempre il femminile (sia se si tiene conto degli aspetti della sua personalità e sia perché ci sono sempre donne con lui) che accompagna Cadmo fin dall'inizio del suo peregrinare e che lo mette in contatto col divino. Cadmo è uno straniero, uno sradicato e non possiede null'altro se non i doni di cui s'è detto in precedenza. Per questo, quando egli arriva sulla coste di Samotracia alla ricerca adesso della fanciulla promessagli da Zeus, Armonia non ne vuole sapere di quell'uomo "senza fuoco nè luogo"(o come si direbbe oggi, senz'arte nè parte). Armonia però resta molto colpita da quanto le dice l'amica Peisinoe a riguardo di Cadmo e "improvvisamente capì il mito, capì che il mito è il precedente di ogni gesto, la fodera invisibile che lo accompagna". Andando incontro al suo destino, Armonia accoglie la possibilità di vivere il mito. Vince la paura dell'ignoto, supera l'amore grande per la sua terra e parte.
Va con Cadmo alla ricerca della di lui sorella Europa. Ma l'oracolo di Delfi invita Cadmo a desistere dalle ricerche, a fermarsi per fondare una nuova città. E così Cadmo si ferma e fonda Tebe.
Cadmo e Armonia celebrano quindi a Tebe le loro nozze con una grande partecipazione di dei. Tutti scendono dall'Olimpo a rendere omaggio ed è questo il massimo avvicinamento tra dei e uomini, ma anche l'ultima occasione di tanta vicinanza. Le loro nozze sono le prime nella storia e serviranno da esempio per il genere umano a significare ciò che nel nome di lei è racchiuso. Armonia è colei che riunisce, è il simbolo della conciliazione degli opposti. Il carro nuziale infatti era trainato da una coppia di animali straordinari, una lince ed un leone, che non si sopportano facilmente a vicenda.
Cadmo e Armonia avranno quattro figlie e una di esse, Semele, genererà Dioniso che sarà causa di grandi tragedie in Tebe. Il suo culto infatti non viene universalmente accettato ma solo dalle donne, dal vecchio Cadmo e dal saggio Tiresia come ci racconta Euripide nelle Baccanti. Penteo, che regna su Tebe dopo Cadmo, rifiuta decisamente di piegarsi al culto del nuovo dio e anzi fa di tutto per ostacolarne la diffusione. Penteo è un altro nipote di Cadmo, cugino quindi di Dioniso.
Dioniso è "colui che è come vuole essere"; Penteo "è colui che crede che avere regno al mondo è avere potere". Cadmo e Armonia scelgono Dioniso ed è forse anche per questo che continueranno a peregrinare fino alla fine. La logica e la tendenza dominanti si indirizzano sicuramente su Penteo cioè sul potere e le false sicurezze. Ma Penteo finisce dilaniato dalla madre Agave della quale Dioniso s'è impossessato impedendole così di riconoscere persino il proprio figlio.
Penteo non accoglie mai in sè il femminile - quindi l'inconscio - che è invece ciò che ha avvicinato Cadmo al divino. Egli rimane legato al potere, alla forza e non integra in sè alcun aspetto del femminile. Ciò lo condanna a rimanerne vittima.
La rovina s'è quindi abbattuta su Tebe perché "quando Dioniso è vicino è vicina anche la tragedia". La scena finale ci mostra Cadmo e Armonia che, vecchi, se ne ripartono verso le terre d'Illiria su un carro trainato da giovenche.
Un tempo Cadmo fondò Tebe conquistando un terreno sul quale nessuno prima di lui era nato. Lo dovette fare abbattendo un serpente - simbolo di una forma di conoscenza precedente che era a guardia del territorio, con un enorme masso.
"Era come se egli vivesse al principio del mondo, nella solitudine primordiale. Doveva compiere l'azione tutta da solo".
Il mito narra che Cadmo e Armonia, prima di morire, acquistarono foggia di serpente: "così essi troneggiano tra i morti". Cadmo aveva salvato Zeus, ma questo non l'aveva salvato dalla precarietà. Era partito per cercare sua sorella Europa, aveva conquistato la fanciulla Armonia. Di Europa un viaggiatore gli aveva detto che era diventata sovrana di Creta. Armonia era al suo fianco, vecchio serpente. Si sentiva come quando era sbarcato a Samotracia: uomo senza doni, perché tutto quello che possedeva stava su un carro. Ma il suo dono era impalpabile.
E' la "parola" come prodotto della mente, il "pensiero" dunque, l'eredità che Cadmo lascia ai greci in forma di alfabeto, ciò che consente all'uomo di varcare una soglia che lo libera per sempre dalla presenza invadente degli "dei". Col pensiero l'uomo è restituito alla capacità di incontrarsi con il sacro "nel silenzio della mente".

Umberto Caruzzo


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