Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Settembre 1995 Pag. 4° Maria Campolo
 PROFILI 

VOLTAIRE

"Il genere umano non trae alcuna utilità da cento guerre... Chiamo grandi uomini tutti coloro che si sono distinti nell’utile o nel dilettevole. I saccheggiatori di provincia non sono altro che eroi."

Francois Marie Arouet (1694-1778)
Nasce a Parigi da famiglia borghese; studia presso un collegio di gesuiti, si dedica, per volere del padre, a studi giuridici e diviene magistrato. Precocissimo poeta, frequenta i circoli letterari ove si fa notare per la sua vivacissima intelligenza. Nel 1716 viene esiliato e successivamente incarcerato alla Bastiglia perchè aderisce a correnti intellettuali contrarie alla corona. Inizia in carcere la sua lunga carriera di scrittore, abbandona il proprio nome assumendo quello di Voltaire. Riappacificatosi con il reggente viene nominato diplomatico, inizia così un lungo periodo di viaggi fino a quando verrà nuovamente esiliato in Inghilterra dove diventerà grande ammiratore delle istituzioni politiche parlamentari.
Qui incontra il pensiero di Locke e di Newton e si apre ai problemi filosofici, scientifici e religiosi di quegli anni.
Torna in patria preceduto dal successo dei suoi libri ma i suoi rapporti con le autorità non cambiano tanto che alternerà periodi in cui vive e lavora in Francia, ad altri in cui è costretto a rifugiarsi presso altre capitali europee pur continuando a prendere coraggiosamente posizione contro misfatti giudiziari e opponendosi ad ogni intolleranza e al fanatismo religioso. Nel 1778 ritorna a Parigi dove morirà.

Contesto storico
Nel '700 lo sviluppo economico promosso dalla borghesia nel secolo precedente assume maggiore spessore e diventa una nuova forza capace di grandi metamorfosi anche sul piano culturale e politico.
La fiducia nelle iniziative umane e la laicizzazione della cultura saranno i fenomeni che caratterizzeranno il complesso sviluppo della società europea. L'atmosfera culturale dominante viene indicata con il nome di Illuminismo, che si basa essenzialmente sulla fiducia nella ragione, quale strumento capace di chiarire i problemi umani, da quelli filosofici e scientifici a quelli religiosi e sociali.
La ragione degli Illuministi ha un orientamento empiristico che prende le mosse da filosofi quali Locke e Newton: costoro avevano iniziato un’analisi degli strumenti del conoscere nel tentativo di trovare l’origine empirica delle conoscenze.

Il Pensiero
Voltaire si oppose decisamente alla filosofia cartesiana perchè vedeva in essa il pericolo di essere utilizzata al fine di affermare la dipendenza assoluta dell’uomo e del mondo dalla volontà divina, impedendo alla cultura di laicizzarsi e di sviluppare un pensiero che fosse davvero libero e moderno. E’ alla ragione che Voltaire si richiama per fronteggiare i problemi dell’uomo, poichè vede in essa uno strumento valido che rende conto sia dell’ordine del mondo che del posto occupato dall’uomo nella natura e dei poteri che gli sono propri.
Posto di grande rilievo assume il concetto di libertà, che per Voltaire ha aspetti assolutamente concreti e che si inserisce in una concezione dell’etica come sforzo di realizzare ciò che lo spirito umano addita come necessariamente buono: la giustizia, il rispetto reciproco e lo sviluppo della cultura.
E' convinzione del filosofo francese che i mali, che pure sono insiti nel mondo, emergano dal confronto con le esigenze etiche: ciò richiama l’uomo ad intervenire per correggerli riducendone l’efficacia.Ne consegue la posizione di dura critica alle religioni confessionali, all’intolleranza e ad ogni genere di potere che voglia assoggettare la ragione umana in anguste strettoie.
Tolleranza non significa per Voltaire accettazione indifferenziata di qualsiasi opinione ma piuttosto vuole essere un atteggiamento attivo contro ogni forma di fanatismo e di superstizione. Ed è qui che il filosofo chiama in causa il potere politico che dovrebbe, in modo illuminato, combattere ogni forma di fanatismo e quando ciò non accade è giusto che il monarca venga travolto dalla civiltà che procede.
Come le opere di tolleranza religiosa , così le numerose opere di argomento storico hanno un forte carattere politico.
Voltaire fa infatti della politica anche quando volge lo sguardo alla storia, poichè non vede in essa solo una semplice raccolta di fatti rigorosamente accertati ma pone l’accento sui legami e le connessioni tra gli eventi storici perchè, a suo avviso, sono questi elementi che aiutano l’uomo ad avere una spiegazione di essi.
Gli eventi umani vengono considerati nell’insieme delle varie attività: condizioni materiali della vita, economia, intenzioni civilizzatrici, rapporti sociali ecc.
Quando Voltaire parla di "filosofia della storia" intende lo sforzo di selezionare, tra gli innumerevoli eventi storici, quelli capaci di mettere in risalto i caratteri positivi e negativi di un’epoca.Egli ritiene che la storia possa mettere in luce le radici dei mali che da sempre affliggono l’umanità facendoci meglio intendere il tempo che viviamo.
"Nella storia si vedono susseguirsi errori e pregiudizi, i quali mettono in fuga la verità e la ragione." Lo sforzo di cercare il senso filosofico nei fatti storici e di sviscerare le problematiche umane, impedirà a Voltaire di cadere nell’errore di voler importare le istituzioni inglesi, che tanto egli ammirava, tali e quali in Francia, poichè era cosciente della diversità delle due società.
Egli distingue tra sostanza della democrazia e le particolari forme in cui essa può essere realizzata in determinate società e contesti storici.
Ed è la sostanza che gli sta a cuore e per l’attuazione di essa egli dedicherà tutta la sua vita e le risorse del proprio ingegno.
Il problema che Voltaire pone è se vi sia una evoluzione progressiva o se la condizione umana sia sempre la stessa. Egli affermerà che la natura umana non è un fatto immutabile ma che, pur essendo fragile, continua a progredire.
Affermazione che, a nostro avviso, oggi più che mai sembra essere una vera sfida alle innumerevoli manifestazioni di intolleranza che insanguinano il nostro pianeta e chiede alla ragione, celata dietro al pregiudizio, al costume, che divenga se stessa, nonostante le tante resistenze poste sul suocammino.

Opere
Lettere filosofiche, Dizionario filosofico, Trattato sulla tolleranza, Dialoghi di Evemero, Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni; Candido, La principessa di Babilonia, L’ingenuo, Il secolo di Luigi XIV.


Maria Campolo


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