Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Giugno 1997 Pag. 6° Laura Ottonello

Laura Ottonello

 MITI E LEGGENDE 

CRIPTOZOOLOGIA

"L'uomo ha due spiriti: uno che gli deriva dal padre divino, un altro dal padre animale. Dove non c'è armonia c'è il caos e dal caos nascono i mostri." Paracelso

"La storia dei rapporti passionali tra l’uomo e gli animali è probabilmente ancora da scrivere; ma essa resta comunque essenziale, per la conoscenza sia della natura che dell’uomo." Così J.P.Clébert introduce il suo manuale di "Animali fantastici". Per quanto la nostra cultura, così infarcita di verità scientifiche e tecnicismo, tenda a banalizzare il simbolismo del regno animale, i vari mostri e draghi del passato sonnecchiano ancora nell’uomo... La potenza del mito, infatti, non è controllabile razionalmente; è dentro l’uomo, che lo si voglia o no.
La mitologia, che dall’alba dei tempi non solo è raccolta di credenze, leggende e tradizioni ma anche strumento d’espressione, è pregna di storie che riguardano animali straordinari, e da tempo immemorabile l’uomo proietta nel mostro la sua inquietudine e l’orrore per il diverso...
Non solo gli animali fantastici ma tutti, o quasi tutti gli animali si prestano molto bene alle proiezioni dell’inconscio.
La dice lunga, al proposito, la nostra "manìa" di antropomorfizzare il loro regno.
L’inventario dei mostri immaginari è molto nutrito e comprende le forme animali più impensabili; è lo scenario di un mondo interiore arcaico ancora troppo sconosciuto e spaventoso per essere visto, e vuole esorcizzare gli orrori dimenticati, le forze temute e la potenza del divino. Attinge all’immaginario collettivo e appartiene all’uomo, alle sue stesse radici. Per questo le storie di animali fantastici sono presenti in tutte le culture: è un tema universale poichè parla dell’uomo, di quanto, da sempre, porta dentro.
Uno degli scritti più antichi fu elaborato da Megastene intorno al 303 a.C. In occidente, furono i Greci a tramandare una tradizione di creature fantastiche che, proprio nel nominarle e nel descriverle le allontana un poco e ne attenua il potere maligno. L’antichità è ricchissima di testi che descrivono mostri di ogni tipo: sono i trattati di Plinio, di Aristotele, di Eliano, di Oppiano.
Al Medio Evo risale il Bestiario, un’opera didattica che oltre a descrivere, con ricchezza di particolari e molta vivacità linguistica, le specie più strane, le commenta in senso moralistico. Ancora nel Rinascimento si narra di animali che appartengono alla leggenda mentre alcuni, in realtà, si sono rivelati esistenti.
Il cammino della mitologia degli animali fantastici lo si può rintracciare in tutta la storia dell’uomo, attraverso l’arte e la pittura in particolare, ma anche nella letteratura e nell’araldica.
La cinematografia, poi, che è invenzione del nostro secolo e costituisce, per definizione, il "regno incontrastato della proiezione", non è esente da storie che trattano del mostro, come a testimoniare che l’immaginario evoca ancora le antiche paure.
La psicoanalisi, naturalmente, non è scevra di implicazioni in quanto certe immagini sono appannaggio della parte più recondita del nostro inconscio. Topi giganteschi, ragni e ragnatele, piovre giganti o draghi fanno ancora la loro comparsa perchè, evidentemente, hanno ancora qualcosa da dire!!
"Il mostro", dunque, ha avuto ed ha tuttora una sua funzione: se in passato poteva servire la giovane coscienza ad allontanare da sè istinti troppo forti e ad esorcizzarne la potenza distruttiva, oggi è possibile soffermarsi su certe forme arcaiche che ancora manifestano la loro presenza, per canalizzare l’energia in esse contenute e trasformarle in conoscenza.
Sebbene la letteratura sia ricchissima di testimonianze, basti pensare al "Manuale di zoologia fantastica" di Borges, o agli innumerevoli miti elaborati dalle antiche civiltà, o alla stessa Bibbia (la Bestia orrenda dell’Apocalisse), ancora oggi ci si occupa di animali fantastici.
La criptozoologia è nata ufficialmente nel 1982 proprio con l’intento di studiare forme estinte o viventi di animali straordinari e sconosciuti; giovane disciplina che indaga non tanto nel passato quanto nel presente misconosciuto.
Il padre spirituale che ha avviato questo interesse è un professore ottantenne di Le Havre, Bernard Heuvelmans, che ha curato diverse pubblicazioni tradotte in molte lingue.
Punto di riferimento è l’International Society of Criptozoology, con sede a Tucson, in Arizona, che raccoglie fra i suoi accoliti esperti delle più svariate branche del sapere e cura la pubblicazione di un bollettino periodico che aggiorna sulle novità in materia.
"Kryptos" in greco significa "nascosto", "coperto", "oscuro". Il desiderio dei nuovi ricercatori è quello di portare alla luce ciò che ancora non è "ufficiale": forme viventi a cavallo tra il rigore della scienza e le fervide creazioni della fantasia.
Alieni terrestri che popolano, o hanno popolato, le profondità degli abissi o le lande deserte ai confini del mondo.
A questo punto che si cerchi "fuori", nel reperto fossile, la prova concreta di una mostruosità reale, o che si cerchi "dentro", nelle immagini archetipiche dei nostri sogni, la differenza non è poi così grande.
Su un piano simbolico, andare alla scoperta di tali residuati significa poter finalmente guardare, elaborare e fare propria su un piano profondo quell’animalità che, troppo frettolosamente ed in modo anche un po' arrogante, si vorrebbe liquidare definitivamente, anche se la triste realtà dei fatti, che sono sotto gli occhi di tutti, ci sbatte in faccia l’orrore del contrario.
In fondo, tornando a quei maturi signori, i criptozoologi, e all’entusiasmo che mostrano di fronte alle loro scoperte, penso allo stupore infantile.
Quando il bambino, come l’uomo ai primordi della sua storia, scopre per la prima volta un nuovo animale forse, ai suoi occhi, quello strano essere vivente, che per noi ha ben poco di fantastico ma che per lui rappresenta comunque l’ignoto, è spaventoso solo perchè è sconosciuto.
E come l’uomo moderno, per ri-trovarsi, non può più continuare a rimuovere il suo lato ombroso proiettandolo sul "diverso", così il bambino deve fare parecchia strada prima di districarsi da un mondo fantasmatico, animistico e fiabesco, ma pur sempre popolato anche di mostri, per imparare a convivere armoniosamente con la sua "alterità" e poter crescere davvero.


Laura Ottonello


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