Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Giugno 1998 Pag. 8° Laura Ottonello

Laura Ottonello

 ATTUALITA' 

UN APPROCCIO OLISTICO ALLA MALATTIA

Incontro con Glauco Smadelli



Glauco Smadelli, medico di Modena, è omeopata e analista reichiano che, da anni, si occupa anche di ricerca, prevenzione e cura del cancro.
Il professor Smadelli è stato il primo ad applicare nel nostro paese la bioelettronica, una tecnica diffusa in Francia già da molti anni, che fornisce una mappa del logoramento del terreno, consentendo un'azione preventiva.
Ho approfittato di un nostro incontro per proporgli una "intervista lampo".
D: Lei ha una visione olistica del corpo: è un sistema, o meglio, un'"azienda" che prevede costi e benefici, guadagni o perdite. Alla luce di questa visione, come interpreta il verificarsi del cancro? Perchè, ad un certo punto, le cellule impazziscono organizzandosi in modo anomalo e provocando una sorta di "sistema dentro il sistema" che provoca la morte?
R: Le cellule del cancro non impazziscono. Cambiano solo programma. Come dire: "Piuttosto che questo allora è meglio un cancro."
Fondamentale è collegare.

D.: Cos'è la malattia?
R.: La malattia è un temporaneo squilibrio nell'armonia generale. Che non varia per questo.
D.: Lei afferma che quando il corpo si ammala di cancro segnala qualcosa di importante che va considerato per ripristinare e reindirizzare verso la sanità.; perchè il corpo - come lei afferma - non tende al suicidio.
Che strumenti abbiamo per correre ai ripari?
R.: Il corpo ha ragioni che vanno ben oltre la ragione. Lo strumento di correzione di cui tutti dispongono è la sofferenza.
D.: Molte informazioni scientifiche a nostra disposizione traggono origine dai mass media, dalle rubriche televisive e da luoghi comuni. Che ne pensa del sistema informazionale della medicina ufficiale?
R.: Ciò che penso mi varrebbe una denuncia. Perciò non mi esprimo.
D.: Lei è anche omeopata; le sue scelte si sono orientate in una direzione assai più ampia ed intelligente che vede l'uomo come un tutto e non come un insieme schizofrenico di organi e apparati.
Il fatto che in Italia non sia preponderante un certo tipo di cultura è solo di natura economica?
Perchè l'omeopatia non ha lo stesso riconoscimento da parte delle istituzioni come avviene in Francia o in Germania?
R.: Nel 1860 vi erano in Italia grandi movimenti omeopatici. Il sottosviluppo è venuto dopo Pasteur. Certo, i paesi riformati hanno in genere maggior senso pratico ("l'importante è che funzioni").
D.: Lei cura sempre con la medicina omeopatica oppure ci sono situazioni in cui ricorre alla medicina ufficiale?
Quali sono i parametri per intervenire in modo "classico"?
R.: I parametri stanno nella paura del medico. D'altro canto le ortodossie (da qualunque parte stiano) hanno lo stesso significato negativo.
D.: Le malattie autoimmuni sono molto frequenti o, per lo meno, oggi si conoscono meglio e si possono identificare. Cosa pensa del fatto che oggi sia così forte la preponderanza di stati patologici che vedono un abbassamento delle difese immunitarie?
C'è un legame tra difese immunitarie e difese psicologiche?
Perchè il sistema non regge più?
R.: Le malattie autoimmuni sono un autogol. I sistemi reggono fino ad una massa critica, poi saltano.
D.: Mentre in passato l'umanità era molto sensibile ai batteri - si vedano le grandi epidemie dei secoli scorsi - con l'avvento degli antibiotici queste malattie non fanno più paura. Oggi abbiamo il cancro e le statistiche, i protocolli o la prevenzione non ci aiutano. Perchè questo cambio di rotta?
Cosa significa per il sistema-uomo?
R.: Significa cambiamento nel volto della imperfezione. Da imperfetti possiamo produrre solo quella.
D.: Pensa che la depressione come repressione istintuale di energie negative possa essere legata al cancro?
R.: Frase colta e incomprensibile. Il cancro è legato alla rassegnazione. La depressione alla rabbia rimandata.
D.: In quest'ottica cosa propone per trasformare e ricanalizzare tali energie che altrimenti sono mortifere per l'intero sistema?
R.: Smettere di parlarne. Gli spagnoli dicono: "Guardati dal cane silenzioso".
D.: Quali sono i fattori predisponenti all'insorgere del cancro?
Quanto è importante il nostro atteggiamento mentale?
R.: Abbiamo un maggiordomo interiore che obbedisce ai nostri ordini.
Se dico che mi sento male, vengo esaudito.

D.: Oggi la cultura dei farmaci è molto diffusa. Vi è spesso un uso improprio o meglio un abuso. Cosa ne pensa di questo atteggiamento?
R.: E' solo una variabile del tentativo di farla franca: star bene senza cambiare (il che non può riuscire).
D.: Passiamo ora ad una serie di informazioni che riguardano le nostre abitudini alimentari. Ci sono alimenti che assolutamente vanno evitati oppure è possibile, in una dieta abbastanza equilibrata, che ci possa stare un po' di tutto?
Lei è rigido nelle prescrizioni alimentari?
Che peso hanno gli alimenti nella sua filosofia terapeutica?
R.: Hanno un peso che va adeguato allo spessore del paziente.
D.: Quali sono le precauzioni che possiamo prendere nei confronti di quanto ci viene offerto in campo alimentare per tutelare la nostra salute?
R.: Comprarsi un pezzo di terra ed ogni mattina fare gli scongiuri.

Laura Ottonello


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