Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Settembre 1999 Pag. 9° Laura Ottonello

Laura Ottonello

 REMAINDER 

L'UOMO ILLUSTRATO

La storia è emblematica e affascinante; l'uomo illustrato è la chiave di tutte le storie che seguono, che si concentrano e si svolgono in un unico punto: il corpo.


"L'uomo illustrato" è il prologo di un vecchio romanzo di Ray Bradbury, autore del famoso "Farenheit 471", dal quale è stato tratto anche un film.
E' una raccolta di tredici racconti che si sviluppa a partire dal personaggio ermetico ed inquietante che apre il discorso, l'uomo illustrato, per l'appunto.
E' un uomo di circa settanta anni, alto, muscoloso, dal viso infantile, disperato perché solo e costretto a camminare sempre. Il suo corpo è completamente ricoperto di illustrazioni.
"Era il capolavoro di un genio vivo e vibrante, limpido e meraviglioso." Le scene rappresentate in tre dimensioni erano finestre aperte sulla realtà. Ogni gruppo di persone costituiva un ritratto estrapolato da scene di vita quotidiana.
Le figure di questo complesso mosaico di giorno sono ferme, ma durante la notte si animano, le scene cambiano e predicono il futuro. Sulla sua scapola destra vi è uno spazio poco definito, di colori e immagini confuse.
Quel punto si riempie quando l'uomo illustrato sta un poco assieme ad un'altra persona e ne cattura, suo malgrado, svelandola, la vita, sino al suo tragico quanto inevitabile epilogo che si configura sul suo corpo come una nuova, drammatica, illustrazione.
Per questo, ogni volta, lo cacciano dai posti di lavoro, nè gli uomini osano avvicinarlo.
Di notte, poi, con le figure che si muovono, gli sembra di avere addosso le formiche e non può dormire mai a lungo. Lontano da Dio e dagli uomini, solo e maledetto, con un destino inesorabile che lo costringe a vagare sempre, l'Uomo Illustrato se ne va ramingo per le strade del mondo.
Una vecchia senza tempo, ora ritornata nel futuro, lo aveva tatuato in quel modo; nel suo pellegrinare, l'uomo la sta cercando da anni per punirla di quella maledizione.
In un caldo pomeriggio di fine estate un viandante si imbatte in questo strano individuo e, nell'offrirgli cibo e compagnia, si appresta a trascorrere la notte con lui. Ignaro, ancora, dell'inquietante avventura che sta per capitargli.
Mentre l'uomo illustrato, consapevole della sua pericolosità, lo ammonisce: "Ti pentirai di avermi chiesto di restare..." Parole che solo in seguito verranno comprese nel loro vero significato. Solo dopo aver vissuto, in uno stupore misto a fascinazione per la vivida bellezza di quei tatuaggi, quelle storie fissate sulla pelle dello sconosciuto, il viandante, soffermatosi su quel punto di non ritorno, aveva visto la sua fine imminente.
L'uomo illustrato lo stava strangolando ma, prima ancora che la figura si stabilizzasse, era riuscito a fuggire, eludendo così il suo destino....
La storia è emblematica e affascinante; l'uomo illustrato è la chiave di tutte le altre storie che seguono, storie che si concentrano e si svolgono in un unico punto:
il corpo.
Inesorabile nel suo costante cammino, questo mitico personaggio sembra essere l'incarnazione della vita stessa che, a partire da quel punto-momento scandito dall'opera della vecchia, archetipo della Grande Madre, perpetua senza sosta se stessa nella sua dialogicità, e nel suo incessante procedere, quasi al limite del non-senso.
Quel corpo vivo e pulsante rappresenta l'archetipo della vita stessa, nella sua duplice veste.
E' pieno di colori, sfumature, storie e movimento: un Divenire che si scandisce nel ciclo continuo di morti e rinascite.
Statico, incessante, pesante e vecchio, come vecchia è l'età dell'uomo, nella sua condizione dell'Essere. Vita che è corpo.
Materia che, in questo romanzo, non è affatto muta, assente, oggetto tra gli oggetti infiniti del mondo delle forme.
Il corpo dell'uomo illustrato è uno schermo che va ben oltre i limiti fisici dei tatuaggi e trascende le categorie logiche: in esso si confondono spazio e tempo, bene e male, caso e necessità.
E' il Simbolo per eccellenza che, come nella nostra più vicina realtà fisica, fonde in sè i due linguaggi del segno e del simbolo. Corpo Metafisico e Corpo Umano perché lacerato dalla consapevolezza e dal conflitto morale, ma al tempo stesso strumento del Sè quale artefice distaccato del suo destino, del senso del suo stesso esistere.
Il "fantascientifico" uomo illustrato non è affatto distante dall'uomo contemporaneo. Il racconto è un'immagine che concretizza l'evento della congiunzione, il punto finale della relazione dialettica perennemente presente nell'uomo tra una coscienza diurna, e l'inconscio notturno che ci guida per i sentieri più vari.
Non ultimo quello di scrivere storie come queste!
E' la Figura Prima, seguendo la metafora utilizzata dallo scrittore, che porta in sè l'unione di materia e spirito ove convivono, non sempre armoniosamente, sentimenti ed emozioni che appartengono alla sfera della coscienza, ma anche un infinito caleidoscopio di colori e figure fantasmatiche dell'inconscio.
L'uomo illustrato, se pure può apparire una figura ombrosa, dannata e malefica, incarna, in fondo, la storia dell'umanità, meglio ancora della vita tutta, in tutte le sue forme, nel suo faticoso, incessante procedere.
Come la vita vuole perpetuare se stessa e si impone, spesso anche al di là delle considerazioni "logiche", l'uomo illustrato anela più di ogni altra cosa alla compagnia degli altri uomini e soffre per la mancanza di essa.
Il suo corpo , come l'inconscio custodisce la storia dell'umanità, riunisce in sè passato e futuro, vita e morte, consapevolezza e mistero, senso e non-senso.
Prendendo spunto da questa storia fantastica il cui protagonista sembra essere la summa e l'anticipazione dell'uomo moderno, penso alla fatica dell'umano procedere che, in un'alternanza di vissuti ora del corpo ora dello spirito, ricerca costantemente armonia, unione, serenità.
Penso alla sacralità del corpo che, con i suoi "mal di pancia" o con la gioia che sa esprimere, mostra la sua intelligenza e la sua spiritualità. Esso ha gli stessi diritti dell'anima poiché è vero e vivo quanto l'anima.
Ognuno di noi è l'Uomo Illustrato. Ogni singolo uomo, nella sua "piccola" storia è colore, movimento, vita.
E' una storia fatta di cento, mille storie: pezzetti colorati di un processo evolutivo i cui sentieri intricati si intersecano dialetticamente in altre storie.
L'Uomo Illustrato è una cornice che racchiude la visione complessiva delle tante alternative possibili.
Diramazioni infinite che, dalla notte dei tempi, seguono trame invisibili intrecciando storie che si incontrano, si allontano, si intersecano o si sovrappongono, intrecciandosi in altre vite che sono piene di storie che si intrecciano in altre storie e altre ancora...

Laura Ottonello


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