Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Marzo 2000 Pag. 4° Simonetta Figuccia

Simonetta Figuccia

 PROFILI 

CARL GUSTAV JUNG

Con questa scheda introduttiva sul nostro maestro e precursore, ci proponiamo di aprire un nuovo spazio, in cui trattare in modo sintetico i principali concetti da lui formulati, così attuali e rivoluzionari.

Jung non è stato solo una delle figure più eminenti della psicologia, ma uno studioso nel senso vero del termine, uno studioso dell'anima e dei suoi misteri.
Le sue ricerche spaziano dalla mitologia all'alchimia, dalla psicologia delle masse alla religione, ed hanno ispirato e influenzato le scoperte di molti studiosi del nostro tempo. I quaderni di Eranos testimoniano il confronto di scienziati contemporanei alla luce delle scoperte di Jung.
Come lo stesso Jung afferma, la sua vita è la storia di una autorealizzazione dell'inconscio, quindi non è la sua autobiografia che vogliamo qui proporre in modo esaustivo, ma alcune note biografiche, accompagnate dalle sue parole, così vive: In fondo, le sole vicende della mia vita che mi sembrano degne di essere riferite, sono quelle nelle quali il mondo imperituro ha fatto irruzione in questo mondo transeunte. Ecco perché parlo essenzialmente di esperienze interiori in cui comprendo i miei sogni e le mie immaginazioni.
Carl Gustav Jung nasce in Svizzera, a Kesswill il 26 luglio 1875.
Il padre era un teologo e pastore protestante, mentre la madre apparteneva a una vecchia famiglia di Basilea.
Fin dall'infanzia fu interessato al problema del trascendente: dalla religione allo spiritismo.
Si iscrisse alla facoltà di Medicina, si specializzò in Psichiatria, e finì per occuparsi delle psicosi.
A venticinque anni, nel 1900, ottenne il posto di assistente presso il famoso Burgholzli, l'ospedale psichiatrico di Zurigo. Nel 1903 fondò all'interno dell'ospedale un laboratorio di psicopatologia sperimentale dove iniziò a compiere ricerche sulle reazioni psichiche per mezzo dei test di associazione.
Nello stesso anno sposò Emma Rauschenbach da cui ebbe cinque figli, la quale rimase fino al 1955, anno della sua morte, una delle sue collaboratrici più significative.
Nel 1905 divenne primario dell'ospedale psichiatrico e conseguì la docenza in Psichiatria all'Università di Zurigo dove si occupò di sonnambulismo, isteria, ipnosi.
In questo periodo avvenne una sorta di miracolo ipnotico: una donna che soffriva da anni di paralisi alla gamba destra fu ipnotizzata in aula, davanti agli studenti: alla fine della trance ella si proclamò guarita, gettando via le stampelle.
Questo evento contribuì a consolidare ed espandere velocemente la fama del Dott. Jung ed a favorirne l'attività privata.
Nel 1900 Jung si avvicinò alle opere di Freud, con cui intratterrà uno scambio epistolare e che incontrerà personalmente a Vienna solo nel 1907.
Fu un rapporto di reciproca stima e collaborazione che tuttavia mise in luce le profonde divergenze che li caratterizzavano. Il 1910 fu per Jung l'anno di rottura col padre della psicoanalisi che lo aveva invitato "a non abbandonare mai la teoria della sessualità!".
In realtà i due studiosi cercarono di lavorare insieme ancora fino al 1917, fino al congresso di Monaco, ma lo scritto di Jung Trasformazioni e simboli della libido aveva ormai segnato un vero e proprio spartiacque.
Jung lavorò intensamente, immergendosi in letture di mitologia, vangeli gnostici, nonchè nelle fantasie di Miss Miller, una giovane americana prossima ad un episodio psicotico.
Iniziò così lo studio dei contenuti dell'inconscio, da cui emerse una concezione totalmente nuova dell'inconscio stesso, nonchè del concetto di libido, che portarono alla formulazione dei capisaldi teorici della psicologia analitica: l'inconscio collettivo, gli archetipi, il processo di individuazione con le varie fasi e figurazioni simboliche.
La società psicoanalitica gli si rivoltò contro ed egli si ritrovò solo, isolato ed allontanato dai colleghi e immerso nel lavoro su innumerevoli sogni, suoi e dei suoi pazienti.
"Allo scopo di capire le fantasie, spesso le raffiguravo. Così fu per l'immagine che emerse dall'inconscio chiamata poi Filemone. Non riuscendo a capire l'immagine onirica la dipinsi. Filemone e le altre immagini della mia fantasia mi diedero la decisiva convinzione che vi sono delle cose nella psiche che non sono prodotte dall'io, ma che si producono da sé, e vivono di vita propria." Dal punto di vista psicologico Filemone rappresentava un'intelligenza superiore, una figura misteriosa, un guru spirituale.
Dal confronto diretto con la propria malattia creativa, Jung trasse quel particolare rispetto che caratterizza la sua concezione della malattia mentale, che pose le basi per una nuova relazionalità tra analista e analizzando.
Si poté davvero scoprire guaritore ferito, rivoluzionando il concetto stesso di psicoterapia:
E' certo un'ironia che io, psichiatra, nei miei esperimenti, mi dovessi imbattere in quel materiale psichico caratteristico delle psicosi, e che perciò si trova anche nel manicomio. Sempre più si affermò nel suo pensiero il mondo dell'anima, rispetto alla derivazione medico-scientifica allora imperante:
Quelle immagini non concernevano solo me, ma anche molti altri. Quello fu il principio, e da allora cessai di appartenere solo a me stesso. Da quel momento la mia vita appartenne a tutti. Le conoscenze di cui mi interessavo, non potevano fare parte della scienza del tempo. Dovetti farne io stesso l'esperienza iniziale. Negli anni venti Jung visitò Algeri, Taos Pueblo nel nuovo Messico, il monte Elgon alle fonti del Nilo:
In quegli anni cominciai a capire che lo scopo dello sviluppo psichico è il Sé. Non vi è una evoluzione lineare, vi è solo un andare intorno al Sé. Questa comprensione fu sostenuta da un sogno, e dal disegno che lo rappresentava, un mandala chiamato Finestra sull'eternità. In perfetta sincronicità di lì a poco Richard Wilhelm gli inviò il manoscritto di un trattato di alchimia taoista cinese intitolato Il segreto del fiore d'oro, e fu questo testo che parlava della possibilità di trovare la via che conduce agli opposti, che fece nascere in Jung l'interesse per l'alchimia in Europa e in Occidente e gli fece approfondire le ricerche sul simbolismo del Sé.
Nel 1922 Jung acquistò un terreno a Bollingen, vicino al lago di Zurigo, dove costruì la sua "Torre" in pietra, un semplice edificio circolare che ingrandì nel corso degli anni e dove si ritirò dopo il 1946, per dedicarsi totalmente ai suoi studi.
Negli ultimi anni della sua vita divenne egli stesso quel vecchio saggio che gli permise di realizzare la polarità senex-puer, portando il suo pensiero a compimento.
Morì a Zurigo, nella sua casa di Kusnacht, il 6 giugno 1961.
La sua presenza è viva e feconda nel nostro quotidiano lavoro, non solo attraverso lo studio del suo pensiero, ma soprattutto attraverso la continua sperimentazione di ciņ che egli aveva intuito e sostenuto.

Simonetta Figuccia


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