Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione G.E.A.
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Dicembre 2000 Pag. 4° Simonetta Figuccia

Simonetta Figuccia

 PROFILI 

SIGMUND FREUD

Con questa scheda ci proponiamo di celebrare la vita e lo sforzo del grande pioniere della psicoanalisi, avvicinandoci al suo dramma umano ed alla sua visione del mondo.

Come ha giustamente scritto Thomas Mann: "non potremmo immaginare il nostro mondo spirituale senza la coraggiosa opera che Freud ha svolto nella sua esistenza".
L'uomo Freud, nella sua complessa personalità di ebreo, letterato, genio, nevrotico, fu un grande pioniere della psiche e del pensiero umano.
Sigmund Freud nacque a Freiberg in Moravia il 6 maggio 1856, in una famiglia ebraica. Il padre, di 20 anni più vecchio della moglie, aveva avuto da un precedente matrimonio due figli, praticamente coetanei della madre di Sigmund.
Dalla nuova unione nacquero cinque sorelle e due fratelli a Sigmund, primogenito del nuovo nucleo.
Su di lui aleggiavano grandi aspettative e gli furono sempre garantiti gli studi, anche in periodi di ristrettezze economiche. Un notevole spirito di ribellione fu sempre presente in Freud fin dall'infanzia, (dovendo difendersi da figure di fratelli e nipoti che lo prevaricavano) e una grandissima ambizione lo spinse sempre a voler primeggiare, fino a raggiungere la fama. Prima Sigmund fu istruito dalla madre e poi fu ammesso al ginnasio, dove eccelse negli studi. La famiglia non era particolarmente religiosa ma egli fu allevato nell'osservanza della più importanti tradizioni ebraiche e, interrogato su cosa ci fosse in lui di ebraico, era solito rispondere: "Moltissimo, probabilmente la parte principale".
Tenacia, senso del dovere e una morale integerrima gli permisero di diventare, con molta fatica, un medico affermato a Vienna.
Per un medico che voleva distinguersi era previsto un lungo periodo di precariato: Freud entrò all'università di medicina nel 1873, a 17 anni, e fin dai primi anni entrò in contatto con lo studioso Brucke, al cui seguito si cimentò per ricerche sperimentali in fisiologia: c'era nel giovane Freud un grande anelito alla ricerca ma dopo la laurea lo stesso maestro gli mostrò le scarse possibilità di una carriera scientifica, e per lui, che era a carico della famiglia, questo era un grave ostacolo.
In quel periodo Freud si innamorò della ventenne Martha Bernays che divenne in seguito sua moglie. Il desiderio di sposarsi spinse il giovane Freud ad entrare nell'ospedale generale di Vienna dove nel 1883 approdò nel reparto di psichiatria.
Nel 1885 fu nominato libero docente di malattie nervose ed ottenne una borsa di studio alla Salpetriere di Parigi, per perfezionarsi in neurologia.
Tornato a Vienna aprì uno studio ma le ristrettezze economiche continuarono a lungo nonostante gli aiuti di Brucke e altri medici. Si sposò nel 1886.
Dall'esperienza di Parigi si avvalse soprattutto della pratica ipnotica che cercò di applicare e studiare, ne seguì, di lì a poco lo scritto chiave del 1886: "Studi sull'isteria".
La ricerca delle cause psichiche dell'isteria portarono Freud a inoltrarsi per sentieri nascosti e solitari: non gli furono di aiuto nè la psichiatria nè la nascente psicologia positivista. Seguendo il suo ribelle spirito di ricercatore voleva scoprire "la motivazione e il significato psicologico dei sintomi isterici" per cui abbandonò il metodo catartico e quello ipnotico per dare spazio alle libere associazioni e all'analisi del transfert.
In questi anni, lo psicoanalista che doveva ottenere tanta fama per la sua opera sulle malattie mentali, stava attraversando una fase di nevrosi acuta. Era preoccupato di morire, temeva per il cuore, aveva paura di viaggiare e gli spazi aperti gli incutevano ansia.
I sintomi della nevrosi e le speranze di successo lo spinsero ad intraprendere un programma di esplorazione di se stesso, una indagine del proprio inconscio attraverso l'analisi dei sogni: riuscì così a dipanare i fili del passato e i sintomi diminuirono.
Grazie al suo acuto intuito personale e ad una progressiva maturazione, risultato di una ininterrotta autoanalisi, le teorie di Freud presero forma. Passava molto tempo a scrivere e produsse assai presto i capisaldi della sua opera.
"L'interpretazione dei sogni" (1900), che a suo dire passò inosservato, in realtà destò l'interesse di molti in Europa.
In esso gettava le fondamenta della psicoanalisi, attraverso un esame attento dei sogni propri e dei suoi pazienti, tanto da convincersi dell'importanza dell'inconscio nell'orientare e controllare il comportamento umano, normale o anormale che sia.
L'anno dopo pubblicò "Psicopatologia della vita quotidiana", che fu un successo popolare e fu tradotto in varie lingue. "Il motto di spirito", del 1905 esaminava l'analogia tra i sogni e i motti di spirito mentre "I tre saggi sulla teoria sessuale", dello stesso anno, sottolineava i temi sessuali che tanta parte ebbero nella sua teoria e nel sistema della psicoanalisi.
Nel 1902 si rivolsero a lui i primi seguaci, tra cui Stekel e Adler: il gruppo si riuniva il mercoledì sera in casa Freud.
Il suo seguito locale aumentò esponenzialmente e tra i 40 e i 50 anni iniziò a raccogliere i frutti della sua fatica, avendo ormai un elevato numero di pazienti e allievi, nonché una discreta reputazione internazionale.
Nel 1906 il principale fautore della Psicoanalisi a Zurigo era C.G.Jung.
Egli sembrava essere il candidato ideale per assumere la leadership del movimento psicoanalitico secondo Freud.
Freud "padre" aveva dunque scelto il "figlio" a cui rivelò:
"Rimasto solo con le mie idee, sono arrivato, inevitabilmente a contare sempre più sulle mie decisioni, e mi ha creato una specie di resistenza all'essere spinto ad accettare opinioni diverse dalle mie".
Questo consapevole dogmatismo insieme alla meticolosità dello scienziato caratterizzano la incessante produzione dei suoi scritti dal 1921 in poi, in cui amplia e corregge la sua dottrina, analizzando la psiche umana ed estendendo le sue riflessioni ai campi della religione, della sociologia, dell'arte e della letteratura.
"Totem e Tabù", (1913)
"Metapsicologia" (1915), "Al di là del Principio di Piacere" (1920), "Psicologia delle masse e analisi dell'io" (1921), "L'Avvenire di una illusione" (1927), "Il disagio della civiltà", (1929) sono solo alcuni dei più famosi.
Freud restò suo malgrado lacerato tra un pensiero forte che lo traversava ed una visione organicista e individualista che lo schiacciava. Negli ultimi scritti, in cui il suo sforzo critico cerca di disegnare un possibile futuro per l'umanità, egli è pervaso da un profondo pessimismo.
Del resto, già nel 1923 gli si era rivelata la malattia, un cancro che combattè dolorosamente per molti anni.
Nel 1937 aleggiava lo spettro di una nuova guerra e delle prossime persecuzioni: in Germania furono bruciati i testi di Freud e fu vietata la pubblicazione del Giornale di Psicoanalisi.
Nel 1938 l'Austria fu annessa alla Germania e Freud si trovò ad emigrare in Inghilterra. Fino alla fine fu produttivo e scrisse anche sull'antisemitismo.
Si spense il 23 settembre 1939, aiutato da dosi di morfina per attenuare i lancinanti dolori.
Gli fu concesso il tempo necessario per operare una grande rivoluzione.
Non gliene venne concesso alcuno - spesso destino dei grandi - per personali gratificazioni.

Simonetta Figuccia


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