Home Anno 12° N° 53 Pag. 12° Settembre 2005 Giorgio Boratto


Giorgio Boratto
 ATTUALITA' 

VERSO L'IMMORTALITÀ?

Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello spiegano come il progresso ha allungatola vita. Ma ha posto molti nuovi interrogativi.

Verso l'immortalità?
La scienza e il sogno di vincere il tempo è il titolo del libro di Edoardo Boncinelli e Galeazzo Sciarretta da cui ha preso il via la conferenza di domenica 6 novembre (2005) a Palazzo Ducale.
Hanno partecipato il filosofo G. Giorello e il biologo E. Boncinelli, soffermandosi proprio sul tema dell'immortalità e sul suo mito in rapporto alla genetica.
Giorello ha introdotto l'incontro, ricordando l'epopea di Gilgamesh.
Da questo racconto mitico è nata, in Mesopotamia, la prima ricerca dell'immortalità. "Per conoscere la morte bisogna conoscere la vita; allora Gilgamesh parte per la ricerca del `mattone della vita' in un viaggio verso la fine del mondo.
Egli non troverà l'immortalità, ma come consolazione avrà la pianta dell'eterna giovinezza; che gli sarà poi rubata da un serpente. Solo la scienza e la cultura sono immortali".
Boncinelli, biologo, e ci tiene a precisare non immortale, ammette che la nostra vita si allunga di circa un trimestre all'anno, soprattutto per le donne che già vivono già 6-7 anni più degli uomini: Attualmente la media è nel rapporto 76 - 83. Si tratta di un incremento dovuto a molti fattori: diminuzione della mortalità infantile, igiene, alimentazione, farmaci più efficaci. Ma aumentano anche le malattie della vecchiaia ed è probabile che, quando moriremo, magari a 120 anni, avremo un tumore o disturbi cardiovascolari. Insomma, `basterà ancora poco per ucciderci', come disse Pascal.
"Il problema, prosegue Giorello, non è vivere più ma vivere meglio: una immortalità senza l'eterna giovinezza è una condanna". Boncinelli continua affermando non c'è solo il corpo da mantenere sano.
Ai nuovi anziani bisognerà inculcare la voglia di vivere, lasciando comunque ai più giovani le attività produttive. "Non si può fare il matematico a 70 anni: i più grandi scienziati come Einstein hanno fatto le loro scoperte intorno ai 26 anni".
Senza contare che la massima creatività viene raggiunta dagli essere umani all'età di 15 anni dopodichè comincia a decrescere. Nei Paesi anglosassoni i quindicenni possono laurearsi. Da noi no. L'uomo per la legge e non il contrario. Nei Paesi evoluti ai posti di comando e alla guida dei governi ci sono i giovani. In Italia i vecchi fanno sperimentazioni futuristiche e inseguendo l'immortalità se ne guardano bene dal mollare la poltrona. Così, tra una battuta e un aneddoto di vita personale, Boncinelli ci dice un'altra cosa interessante: un altro aspetto, a discapito di clonazioni e interventi fantascientifici che sono diventate realtà, è che si desidera invecchiare con la nostra memoria, frutto del nostro ricordo, alimentato da milioni di sinapsi nel cervello. La nostra vita è in pratica l'insieme di corpo e pensieri che, forse, tra molti anni, potremo racchiudere in una boccetta.
Senza contare che la vita senza comunicazione è una ben triste vita. Boncinelli ci invita dunque e si augura che cresca la capacità umana di ascoltarsi reciprocamente e davvero raccontarsi reciprocamente perchè il fatto che ci sia tanta tecnologia per parlarsi anche da distanti non testimonia da sola della facoltà tutta umana e tutta ancora da sviluppare di dialogare.


Giorgio Boratto


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