Home Anno 16° N° 59 Pag. 4° Agosto 2007 Carla Piccini


Carla Piccini
 STREAM OF CONSCIOUSNESS 

STELLE E PIANETI

Scoprire il senso della nostra vita penso sia il nostro più importante compito, la nostra vera magnifica sfida.

La stella splende di luce propria, che è luce che sta in sé e fuori di sé, mentre il pianeta splende di luce riflessa.
Splendere di luce propria anziché dipendere da quello che gli altri o le circostanze della vita ci fanno vivere di noi: una funzione, un ruolo. Anziché porre il senso di sé in questo riflesso invece che attingere ad una fonte interna di energia. Così si corre il rischio di stare con gli altri, o di stare in 'situazione', per godere di questa protezione, e di stare da soli, spesso senza sentirsi.
Una presenza debole si appoggia alla presenza altrui, ne può essere schiava, non arriva facilmente ad uno scambio di libera qualità, nella percezione di somiglianza, e infine si contrappone anziche'essere in armonia, con lo star soli.
Quindi non è gratuito, non è riconoscimento reciproco di essere simili, di fratellanza. Oscilla tra estraneità e dipendenza.
L'introspezione,la conoscenza di sé, in qualsiasi modo venga praticata, continuo a pensare che sia la strada principale affinché il sentimento di forza si sostituisca al sentimento di debolezza. L' ignoranza di sé si accompagna alla fragilità, e di qui, alla compromissione dell'anima.. Penso che la ragione possa e sappia sostenere il cuore, come peraltro il cuore debba dirigere la ragione.
Il problema si può porre nei termini della responsabilità, che si sostituisce a quello del libero arbitrio. Vedendo sé stessi e gli altri come strumenti di un bene superiore.
Il problema del libero arbitrio è risolvibile con l'attribuzione di un senso all'esistenza. E il senso c'è già, va solo svelato. Non va conferito; è già tutto scritto, per così dire, ed in questo margine d'azione, l'azione non è più arbitraria, ma è espressione di un compito.
Ed in ciò la libertà: nello svelare sotto strati e sedimenti di 'ruoli' o 'schemi', o proiezioni, o idee di sé, -la verità su di sé- , sulla bellezza della nostra natura,, sulla nostra piccola particella di essere che ci rende parte di un bene superiore, l'appartenenza al quale ci onora.
Con una tale consapevolezza non ci dovrebbe essere nel nostro animo paura ,non-senso, angoscia di un nulla in cui siamo calati,, e di fronte al quale ci sentiamo alienati, come 'grovigli di insensata materia'. Ma, ripeto, con una tale consapevolezza, o per lo meno con un tale sentimento, anche solo vissuto e non 'coscientizzato'.
Al contrario dovrebbe esserci gioia di essere compresi da un senso comune, che tutto comprende.
Quindi il dovere non è nei confronti di una appiccicaticcia produttività, o utilità sociale, che ha a che fare di più con il doverismo, ma il dovere è nella realizzazione della propria libertà, nell'espressione massima della quale sta la salvaguardia e la tutela della nostra dignità.
La dignità e il rispetto per se stessi non vogliono grandi gesti e grandi approvazioni, si trovano anche nelle azioni banali, e nelle giornate ' inutili ' I saggi dicono che la felicità sta nel non desiderare ciò che non si ha. Allora mettiamo intenzione in questo, incominciamo ad avere nell'analisi dei propri bisogni una capacità di discernimento di ciò che è indotto, di ciò a cui la nostra passione aspira,di ciò che ci potrebbe derivare solo dalla benevolenza degli altri. Iniziamo la strada della nostra indipendenza [dagli altri], che è poi la strada della fratellanza [con gli altri]. .A volte è questo che il bene vuole da noi.
Conferire un senso e svelare il senso della nostra vita penso che sia il gesto più grande per poter affermare che una vita è stata vissuta.
Impegnarsi costantemente con applicazione affinché la nostra stella brilli sempre di più di luce propria e e possa dare il suo piccolo contributo all'universo di luce che le sta intorno.


Carla Piccini


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