Home Anno 16° N° 60 Pag. 4° Dicembre 2007 Tiziana Paoli


Tiziana Paoli
 RICERCHE 

LA MEDITAZIONE

Con la nuda attenzione mettiamo in pratica la meditazione: sapere che cosa succede mentre succede, di qualunque cosa si tratti.

La vita, a livello ordinario, è soprattutto una catena di appetiti ripetitivi: desideriamo qualcosa e cerchiamo di guadagnarcelo. Sempre a livello ordinario noi siamo il risultato di nozioni preconcette, di emozioni, e d'ignoranza. Dopo aver adottato molte idee collettive del nostro ambiente ci aggrappiamo ad esse con tenacia; quando il nostro ragionamento viene contestato o criticato possiamo cadere nel risentimento rabbioso o sublimare tali emozioni con il pensiero creativo es: pittura, musica, arte. Il pensiero creativo è un aspetto superiore del pensiero perché è quel potere della mente che ci può portare a cambiare la mente; la caratteristica che permette lo sviluppo creativo è la concentrazione.

La concentrazione e l'attenta osservazione di noi stessi ci permettono di acquietare i sensi e la mente, possiamo così liberarci dai pregiudizi insorti a causa dell'abitudine di considerare tutto da un punto di vista personale. La separazione, l'abitudine di opporre sempre un io agli altri impedisce il pensiero limpido e impersonale. Osservando i fenomeni della vita in modo impersonale e distaccato e contemporaneamente osservando noi stessi: il funzionamento del corpo, della mente, i sentimenti, i gesti ed i pensieri come se appartenessero ad un'altra persona, scopriremo che azioni e pensieri non sono più spasmodici né sconnessi, si attenueranno preoccupazione e paura, collera ed attaccamento ai desideri egoistici.

A grandi linee la mente è suddivisa in tre parti: mente oggettiva o mente conscia con la quale noi registriamo le impressioni della nostra vita quotidiana allo stato di veglia, mente soggettiva ( regno della memoria) o subconscio e mente inconscia.
Nella meditazione mettiamo in funzione la mente subconscia come nel sonno attraverso i sogni. La mente subconscia comunica con ogni organo ed ogni parte del corpo mediante un sistema di cellule nervose pertanto anche la nostra salute dipende dal modo in cui lavora la mente subconscia. Attraverso la concentrazione riusciamo ad isolare un unico pensiero nell'incessante susseguirsi dei pensieri che si formano nella mente oggettiva e a farlo arrivare al subconscio. L'osservazione distaccata del nostro essere è finalizzata all'assenza dell'ego.
La posizione adottata nella meditazione deve essere comoda, la schiena diritta, il respiro facile.
Quando ci sentiremo stabili e comodi ignoriamo tutti i pensieri che riguardano affari, parenti, malattie, preoccupazioni e dubbi. Non lottiamo contro questi pensieri, combattendoli con violenza si intensificheranno, li osserviamo semplicemente come se appartenessero ad un'altra persona e li accettiamo. In presenza dell'accettazione, nella mente si genera una grande forza ed una grande flessibilità.
La mente ristretta e fragile si trasforma e acquisisce ampiezza e apertura: è l'inizio della compassione.

Senza le qualità dell'accettazione e compassione la meditazione non è possibile. Proiettiamo un pensiero benevolo verso tutti gli esseri viventi (nessuno in particolare) davanti a noi all'infinito, il pensiero deve abbracciare tutto, visualizzando dei raggi avanti a noi, proiettiamo il pensiero a destra, poi indietro, a sinistra, sotto di noi e sopra di noi. Non visualizziamo mai i raggi che ritornano a noi come non visualizziamo un individuo in particolare che benefici del nostro pensiero; così agendo escludiamo la possibilità che si insinui una motivazione nella meditazione.
La pratica della meditazione scopre la sofferenza, la sua origine e la strada che conduce alla guarigione.

Apparentemente la meditazione è lontana dai nostri problemi pratici e quotidiani. I problemi pratici infatti sono le occasioni della sofferenza e dei fastidi, non le loro origini. La via della meditazione può risolvere i problemi solo attaccando la loro origine, non le manifestazioni superficiali. L'origine di tutti i problemi è l'ignoranza.

Può essere la cecità che ci impedisce di vedere la vera natura dell'esistenza. Questa ignoranza ci spinge a cercare una felicità personale permanente (spesso d'ordine materiale) in un mondo insoddisfacente d'impermanenza.

L'ignoranza fondamentale si manifesta come illusione circa la vera natura delle cose, come avidità in tutte le sue forme e come odio ed avversioni di vario genere. Questi, a loro volta, creano attività sbagliate della volontà, che provocano reazioni che portano all'infelicità ed alla sofferenza.

Siamo abitualmente condizionati a lasciare che i nostri stati mentali avversi prendano il sopravvento su noi stessi, dobbiamo ricordare però che l'espressione costante dei pensieri avversi li alimenta e li rafforza al punto che possono dominare totalmente le nostre menti. I fattori come la tranquillità, l'agilità e l'elasticità della mente, la compassione, non esistono mai per caso, devono venire sviluppati consciamente e coltivati amorevolmente come i fiori di un giardino.

Praticando con costanza la meditazione scopriremo che essere prigionieri dei pensieri non è inevitabile. E' possibile infatti sganciarsi da pensieri e sentimenti, lasciarli cadere. Una delle conseguenze più sorprendenti dell'addestramento meditativo è la scoperta che i pensieri e le emozioni in realtà non hanno alcun potere.

Questa esperienza, anche se vissuta per brevi attimi, fa entrare in uno stato di infinita libertà e grande pace. Sappiamo quindi che questa libertà e pace sono all'interno di noi stessi, che si può tornare al nostro centro quando lo desideriamo e ritrovarci sempre.

Continuando ancora il percorso si porta la meditazione nel quotidiano, semplicemente essendo presenti a noi stessi in ogni istante della giornata.

La nostra condizione di esseri viventi non è altro che questo istante.

Di tutta l'eternità, l'unico momento di cui possiamo fare esperienza è l'attuale:ora; e l'unico luogo:qui. Quando siamo totalmente nel qui ed ora siamo completamente vivi perché facciamo esperienza di noi stessi, quale che sia. Non ci troviamo quasi mai in questa condizione perché tendiamo ad allargare il campo della nostra realtà psicologica in tre modi: inseguendo il passato, perdendoci nel presente ossia lasciandoci intrappolare dalla produzione di pensieri, pianificando il futuro.

Con la nuda attenzione (limitarsi ad assistere a quello che accade senza modificarlo o elaborarlo in alcun modo) e la consapevolezza (sapere di attimo in attimo ciò che succede ad ogni livello interiore come esteriore) mettiamo in pratica la meditazione:
sapere che cosa succede mentre succede, di qualunque cosa si tratti.


Tiziana Paoli


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