Home Anno 19° N° 64 Pag. 7° Novembre 2009 Carla Piccini


Carla Piccini
 STREAM OF CONSCIOUSNESS 

ALTROVE 20-03-08

Il tempo necessario per coltivare la ricerca interiore vuole essere atteso e cercato.

Il tempo per camminare la strada delle strade mai percorse; per cercare, appagati o meno i bisogni emotivi, o almeno riconosciuti, quello che è totalmente diverso, che urge come un richiamo, attraverso una musica particolarmente evocativa, attraverso uno scenario evocativo. Una felicità possibile qui, già ora, senza alcun marchio di garanzia, in un incontro d'amore, che si ripete , inatteso, ma assolutamente familiare, forse scordato...o in un senso religioso che una musica sacra produce, che, non si sa perché, riconosciamo appartenerci.

L'esperienza nuova sta nella ricerca del limite. Per ognuno il proprio ,che di volta in volta si amplia, si sposta o si modifica. Spesso il limite non coincide con i nostri desideri più immediati, sta al di sotto nella scala dei desideri. Ma se talora pure di avvicinarsi al limite c'è urgenza, di ciò può nascere un desiderio ancora più profondo. L'esperienza del limite, cioè di qualcosa che ci può essere ostico, ci leva da quella che a volte è una altalena tra brama di appagamento, e noia della ripetitività di azioni vuote.

La 'cosa' può gia esserci, ma non ce ne accorgiamo. Cogliendo tutto, compreso il dolore e la mancanza in noi o sentita negli altri, ci accostiamo al limite, e possiamo aprire le porte a esperienze sublimi.
L'opposto della ricerca del limite è la ricerca di garanzia. La vita non dà garanzie, quindi il rischio cercandole è di non vivere. Tutto quello che è garantito finisce per trasformarsi in scontato E' il nostro sguardo cieco che deforma la realtà perchè sia sempre uguale cioè garantita, e così facendo non vede più niente , di ciò che in realtà non ha uguale, né prima né dopo.Ogni attimo ha la sua eccezionalità così come ognuno di noi ha la sua eccezionalità.
Lo stare sempre impreparati, ci permette di vedere ogni cosa che c' è, fuori e dentro di noi, qualunque sia , sia pure eccessiva e vicina al limite. Tutto questo è molto precario e inquieta molto la nostra metà pensante razionale, che ha una natura molto fragile al contrario di quello che si potrebbe pensare, e a differenza della sua metà- sorella affettiva , che è più forte perché ha radici profonde nel cuore, cioè nel vero.
Nell'affondare in 'quello che è ' troviamo l 'anima che -anima - ogni cosa.

Il tempo della ricerca talora si ferma per far posto all'invasione del passato con le sue struggenti emozioni Una mancanza che vuole essere trasformata in una fervida memoria, in un accorato ricordo. Riuscendo nella trasposizione, al posto della mancanza il vantaggio è duplice : si ritorna all'antica ebbrezza, là dove forse mancava la consapevolezza della maturità, e si libera il presente dagli ormeggi, come il mare che un 'onda dopo l'altra cancella tutto, per viverlo nella attuale pienezza. Se là mancava presenza, forse qui manca intensità. Operazione di recupero che richiede tempo silenzioso e allungato.

E' la centratura del tempo, che non sia distonico ,che è la centratura oltre che della percezione del tempo, di ogni percezione, che debba quadrare nel punto-momento, il più possibile, senza farne solo una cornice.
Senza che ci sfugga, o per lo meno riducendone il danno, quell'angolo visuale che coglie la vera letteratura delle cose, la trama essenziale del film. Quell'occhio che già c'è, che è nel cuore e nel nocciolo di ciò che si sta già raccontando.. Nella lentezza e nell'anima pulsante di ciò che si sta donando.


Carla Piccini


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