Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Marzo 1994 | Pag. 8° | Laura Ottonello |
RICERCHE IL SOGNO
Nessuna definizione potrà mai rendere adeguata giustizia ad un fenomeno così complesso e affascinante come il processo onirico. Sogno: Immagine o serie di immagini più o meno coerenti che ci appaiono durante il sonno.
Questa è una delle tante definizioni che i dizionari riportano su un fenomeno "oggettivo" che peraltro non può essere considerato solo in termini fisiologici perchè, per quanto chiara e completa possa essere, non potrà mai rendere giustizia ad un fenomeno così complesso e affascinante come il processo onirico, miracolo interiore dell’Uomo che, da sempre, lo accompagna nessuna definizione potrà mai rendere adeguata giustizia ad un fenomeno così complesso e affascinante come il processo onirico, miracolo interiore dell'uomo che, da sempre, lo accompagna nel suo cammino.
Il sogno rappresenta la parte più intima di ogni essere umano, l’altra faccia della Persona (intesa, in senso greco, come maschera), una sorta di negativo dell’immagine fotografica.
L’esperienza ci insegna che, al di là delle varie letture rispondenti ai sottostanti modelli teorici, o, al di là della creatività e della sensibilità delle interpretazioni da parte dell’analista, il sogno, come linguaggio dell’inconscio, conserva pur sempre quel carattere peculiare di ineffabilità e di mistero cui non è sempre possibile accedere, sicchè non lo si può decodificare in modo totalmente esaustivo.
L’indagine filosofica e scientifica del materiale onirico, nella cultura greca, si avvia verso due tendenze distinte e complementari: da una parte l’incapacità di rinunciare alle credenze religiose e popolari fanno sì che il sogno sia visto come messaggio profetico degli dei.
Dall’altra, il sogno viene utilizzato a fini diagnostici e terapeutici: i malati venivano mandati a dormire in un tempio e durante la notte erano svegliati dal sacerdote che si faceva raccontare i sogni grazie ai quali formulava la diagnosi.
Numerosi sono gli autori del passato che si sono occupati del sogno. Già Eraclito ne aveva enunciato il carattere individuale e soggettivo; con Platone, che vede il sogno come un allentamento del controllo sulla parte razionale dell’anima, si ha il passaggio ad una dimensione più psicologica. Aristotele, pur polemizzando con le ipotesi di Democrito che vedeva i sogni come immagini provenienti dall’esterno che penetrano nel corpo attraverso i pori, in un certo senso si muove nella stessa logica cercando nella realtà esterna gli stimoli e le sensazioni che producono il sogno.
Ma si deve soprattutto ad Artemidoro, un greco del II secolo d.C., il merito di aver sintetizzato in modo sistematico il pensiero dei vari autori che lo avevano preceduto, e di aver apportato, seppur in modo talvolta ingenuo, grossi contributi allo studio del simbolismo onirico.
Artemidoro, cui già Freud aveva attinto nelle sue letture, quando afferma che accanto ai sogni profetici ne esistono altri, matura a sua insaputa, l’intuizione del sogno come prodotto dell’attività psichica. Inoltre, sottolineando l’importanza di interpretare i sogni in relazione alla personalità del soggetto (lavoro che però veniva svolto dall’interprete e non dal sognatore stesso), e affermando che "l’interpretazione non è altro che accostamento di simili", offre il precedente del principio associativo freudiano.
Artemidoro, nell’introdurre il suo trattato dedicato al figlio per tramandargli la sua conoscenza, si raccomanda molto affinchè l’interprete oniromantico sia provvisto di un’ampia cultura che spazi dalla medicina alla geografia, dalla letteratura alla storia, dalla mitologia all’archeologia, sottolineando che occorre pure intelligenza e intuizione.
Le letture del sogno non sono univoche e valide per tutti; lo stesso tema può assumere significati diversi a seconda delle circostanze, luoghi e tempi in cui si presenta. Ma, e questo sembra essere molto importante, il relativismo dei significati riguarda soprattutto il destinatario, cioè il sognatore stesso.
L’interprete dovrà, quindi, approfondire il più possibile la conoscenza del soggetto attraverso un’accurata anamnesi ma, soprattutto, dovrà indagare la reazione affettiva del sognatore.
Artemidoro dimostra una grande sensibilità nell’accedere, talvolta in modo rigido e schematizzato, talaltra con più audacia e creatività, al mondo polivalente dei simboli. Pur attenendosi ad interpretazioni legate a valori ed a vicende concrete e quotidiane (d’altra parte l’autore appartiene ed aderisce ad una cultura popolare, come popolari sono i suoi interlocutori) egli si concede ampi voli interpretativi a livello simbolico.
E così risulta assai gradevole anche per i "non addetti ai lavori" seguire, dal I al IV libro, le annotazioni e le riflessioni inerenti l’oniromantica, al quale l’autore aderì dopo aver tanto esitato, per una sorta di "chiamata" interiore, traducendo in tal modo il suo desiderio di conoscenza in un "mestiere" vero e proprio, caratteristica, questa, che lo fa somigliare molto ad uno psicoanalista dei nostri giorni.
Oggi, secondo le ipotesi di alcuni studiosi americani, il sogno sarebbe un diverso modo di pensare. A.Hobson e R. Mc Carley, in base a recenti ricerche neurofisiologiche, avrebbero scoperto i meccanismi ormonali che interverrebbero durante l’attività onirica la quale sarebbe dunque il risultato di reazioni chimiche e biologiche più o meno casuali, alle quali il cervello cercherebbe di dare un significato.
E’ noto che ogni dinamismo ha un suo specifico correlato fisiologico. Ma tentare di semplificare spiegando e oggettivando fenomeni complessi e ancestrali quali il sogno mi sembra riduttivo e anacronistico.
Se è vero quanto sostiene M. Bertini, docente di psicologia all’Università di Roma che "Secondo le ipotesi più avanzate della neurofisiologia, il fenomeno onirico potrebbe essere il risultato di un’attività di riorganizzazione del pensiero compiuta dal cervello, con effetto creativo" allora, forse, questo modo nuovo (per la coscienza), "altro" di sviluppare pensiero da parte del cervello, simbolicamente può essere visto come una modalità, necessaria per l’uomo moderno, di mettere in rapporto due sistemi conoscitivi e due codici linguistici, l’Io e l’Inconscio, al fine di operare una sempre maggiore integrazione.
Allora, forse, potremmo superare la diatriba che, ancora oggi divide pensatori, filosofi e scienziati, come accadeva nel mondo greco dove il sogno era utilizzato come strumento diagnostico o dove l’uomo, ancora molto lontano da una vera Soggettività era considerato strumento e veicolo degli dei.
Poter vedere e comprendere in un unico fenomeno i due versanti dello stesso problema, (l’approccio biologico e quello psicologico), ci permette di andare oltre la "solita" opposizione (caratteristica nel nostro modo di pensare dicotomico) e di restituire all’uomo il mondo dei simboli poichè anche di essi si deve nutrire, così come dice un sogno:
La sognatrice è seduta intorno ad un desco, insieme ad altre persone. Ma non verrà servito del cibo poichè il nutrimento comune consiste nel raccontare ognuno i propri sogni.Laura Ottonello
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