Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Marzo 1995 Pag. 4° Laura Ottonello

Laura Ottonello

 PROFILI 

MARIE-LOUISE VON FRANZ

"Una maggiore consapevolezza ci consente di guardare con più distacco all'unica esperienza che tutti accomuna"

Marie Louise von Franz (1915)
M.L. von Franz è nata nel 1915, ha studiato a Zurigo ed ha lavorato per circa 30 anni, dal 1933 al 1961 con C. G. Jung. Oggi vive e lavora a Kusnacht, in Svizzera, unendo l’attività di ricerca a quella terapeutica, è docente presso l’Istituto C.G.Jung.

Il pensiero
Marie Luise von Franz è considerata tra le più famose allieve viventi di Jung e ne rappresenta la fedele continuazione del pensiero.
Non soltanto è una delle voci più autorevoli nel campo della psicologia analitica, ma anche un’insegnante preziosa, con una rara capacità di rendere accessibili le più complesse teorie psicologiche. Come tutti i grandi maestri utilizza un linguaggio semplice, facendo spesso ricorso ad esempi tratti dalla vita quotidiana. Nel corso della sua attività ha svolto una ricerca su oltre 65000 sogni; conclude che la cosa più "sana" che gli uomini possono fare è quella di seguire i propri sogni: "I sogni ci indicano come trovare il senso della nostra vita, come realizzare il nostro destino, come esprimere al massimo il potenziale esistenziale che c’è dentro di noi.".
La ricerca del senso è il motivo conduttore di tutta la sua opera. I sogni sono la voce della nostra natura istintiva, la voce della sostanza cosmica che è in noi. Allacciandosi ad un pensiero già espresso da alcuni fisici, ella ipotizza che l’inconscio collettivo e la materia atomica organica rappresentino due aspetti della stessa cosa. Tuttavia, il mondo dei sogni è benefico e ristoratore solo se riusciamo a dialogare con esso pur restando in contatto con la realtà. L’aspetto pericoloso dell’inconscio è rappresentato dalla madre divorante, espressa nei miti e nelle fiabe, tema, quest’ultimo, che von Franz ha affrontato in modo profondo.
Il problema principale nella lettura dei propri sogni sta nel fatto che essi puntano, metaforicamente, a quello che sta dietro alle nostre spalle e che, quindi, non possiamo vedere. I sogni, infatti, non possono essere interpretati soltanto con lo sforzo razionale, occorre anche un piccolo contributo da parte dell’inconscio. Per questo è fondamentale la presenza dell’altro nel rapporto dialettico. Non è l’immagine che conta, bensì il significato, il messaggio, la cui essenza punta al Sè: il sogno crea così un collegamento essenziale fra le funzioni della coscienza (l’Io) ed il nostro centro interiore.
Sentirsi vivi non è solo un fatto fisico ma, soprattutto, psichico. Ciò che ci fa sentire tali è il contatto con il fluire universale della psiche inconscia. Ogni volta che si comprende il senso profondo di un sogno si ha l’impressione di esserne nutriti, vivificati e appagati come dopo un buon pasto.
Secondo von Franz, dunque, il sogno ci permette di realizzare quel compito unico che è il senso della nostra vita e ci consente un pieno recupero coscienziale della nostra presenza nel mondo.
Per questo il pensiero statistico, spesso, è deleterio. Von Franz è anche contraria alla pubblicazione dei casi clinici, che risulta dannosa per tutte quelle persone che tendono a identificarsi e a riconoscersi in soluzioni che non sono le loro. Tutte le soluzioni, infatti, sono uniche poichè unici sono gli individui. Tali atteggiamenti rimandano ad una sorta di pigrizia che l'autrice definisce "la più grande passione umana" che limita la responsabilità individuale e quindi la democrazia.
Riflettendo sul significato di istituzione in senso lato, sia essa incarnata nel lavoro, nell’organizzazione, nella nazione, nel ruolo o altro, l'autrice osserva che essa costituisce una variante dell’archetipo della madre divorante; l’uomo che ne è prigioniero resta infantile, legato, in una pericolosa condizione d’inerzia psicologica. I sogni intervengono a compensare un atteggiamento cosciente troppo unilaterale.
L’inquietudine, che secondo l’autrice è provocata da un sovraccarico di energia inconscia che tende a scaricarsi attraverso l’iperattivismo, l’irritabilità o l’aggressività, è il sintomo nevrotico più frequente. Nucleare, inquinamento, disgregazione sociale sono sintomi gravi; l’uomo è consapevole di dover cambiare radicalmente il suo modo di vivere modificando un atteggiamento eccessivamente razionale. Siamo ancora troppo lacerati dagli opposti; ciò che accade esteriormente è quanto sta accadendo, ad un livello profondo, nella psiche di ogni essere umano. Von Franz sottolinea il valore della responsabilità: affermando che ognuno di noi è il frutto delle proprie difficoltà restituisce all’uomo il compito di vivere la propria vita in prima persona, consapevolmente. Riflettendo sul delicato rapporto tra i due sessi afferma che "liberare il cuore" significa imparare a percepire ed apprezzare l’unicità altrui e ad amarla per quella che è. Al di là di desideri personali e aspettative, dunque. Compito non facile...
L’amore vero è amore che guarisce (dall’interdipendenza) restituendo all’altro la sua libertà. Fedeltà è lealtà di fondo verso l’altro, senza compromessi e collusioni. "Quando si ama l’altro davvero si vuole che sia libero, non al guinzaglio come un cagnolino". Anche von Franz, come altri, afferma che la nostra epoca è caratterizzata dall’emergenza di un forte elemento femminile che occorre integrare ad una coscienza maschile. L’Anima, infatti, nella sua forma evoluta, esplica una funzione mediatrice tra l’Io e il Sè . Altro tema importante è quello della morte. Rifacendosi alle indagini nel campo della fisica discute sulle possibili forme di una dimensione atemporale e aspaziale della psiche. Ciò che emerge è la concezione di una visione che non è solo fine di una dimensione (quella corporea individuale) ma anche l’inizio di un "totalmente altro". Il contributo è molto positivo poichè apre, in veste scientifica e sulla base di un’assodata esperienza sul campo, nuovi orizzonti contro speculazioni varie che vogliano essere solo consolatorie.
Benché la morte resti un mistero (e forse proprio così dev’essere! ) una maggior consapevolezza ci consente di guardare con più distacco all’unica esperienza che tutti accomuna.
Per concludere, il pensiero della von Franz, nel panorama culturale attuale, risulta molto vivo e stimolante poichè, come il suo maestro, l’autrice ha il dono di avvicinarsi alle grandi problematiche umane con spirito di ricerca e passione, ma pur con grande modestia scientifica che lascia aperte le questioni fondamentali. Idee creative come "chiavi" per aprire sempre nuove porte...

Opere
"Le fiabe interpretate" Boringhieri; "L’eterno fanciullo", "Il mondo dei sogni", "Tipologia psicologica", "I volti del tempo", "Le fiabe del lieto fine" della Red Edizioni; "Incontri con la morte" Cortina ed.; "La morte e i sogni" Boringhieri.


Laura Ottonello


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