Appunti di Filosofia
A cura di Cristina Allegretti
del Laboratorio Evolutivo Permanente
Associazione GEA Via Palestro 19/8 - 16122 Genova - Tel. 339 5407999

Cristina Allegretti

L'origine del pensiero occidentale.

La filosofia è il futuro inevitabile dell'umanità…
La filosofia è il luogo, la custode della verità.
Il disvelamento originario e assoluto dell'essere - la verità dell'essere, appunto - accade non altrove che nel filosofare. E nel filosofare autentico.
La filosofia non riconosce il mondo, bensì ne esige la trasformazione
(E.Severino)

Che cosa significa "filosofare autenticamente"? un'ipotesi plausibile è intendere il filosofare autenticamente, come un ritorno dell'uomo a riappropriarsi di uno spazio riflessivo in cui gli sia possibile risentire quella tensione conoscitiva capace di comprendere il tutto; risentire la vibrazione profonda di potere pensare il tutto, vibrazione che ci risuona dentro tutte le volte che leggiamo un testo o frammenti dei primi pensatori.
Pensare: "In generale, quando si dice "pensare", si pensa a qualcosa o qualcuno: un evento, una persona, un io. Il compito del filosofo è gettare sospetti sul linguaggio per vedere quanto un termine è proprio, se davvero noi, quando parliamo, sappiamo quello che diciamo. Educare a pensare è una delle operazioni fondamentali per capire che cosa si dice, chi lo dice, per chi lo si dice; il dire è sempre un dire per qualcuno, perché il dire è comunicare, è linguaggio….Il pensiero è qualcosa che accade. Come accade? Possiamo in certo senso equiparare il pensiero all'esperienza, all'apertura dell'esperienza; il pensiero è l'orizzonte entro cui si inaugura l'esperienza. Il pensiero accade, è esperienza, ha luogo. "Ha luogo" lo diciamo di qualcosa che accade, l'accadere prende posto nel mondo, quando una cosa non prende posto nel mondo è assurda. Non a caso i greci per dire assurdo dicevano atopon, ciò che non ha luogo. Ciò che accade è effettivo, ha luogo, diventa fatto. Nel pensiero dobbiamo distinguere tra un "aver luogo" del pensiero e un "luogo" del pensiero. L'aver luogo del pensiero è il pensiero come attività, il luogo del pensiero è la modalità attraverso cui questo pensiero si realizza o la modalità in cui è rivelabile il suo stare." (S. Natoli).
Il pensiero e la sfida di Gea nascono dalla facoltà di cogliere nella psicoanalisi quel "luogo" dove la filosofia può rinascere a se stessa, partorita dalla fatica e dalla tensione relazionale di conoscersi.
I concetti filosofici rappresentano la storia dell'umanità nel suo percorso e nel suo tentativo di uscire (fuori) dal nulla e dall'angoscia del nulla, per potere vivere nella consapevolezza della "dotta ignoranza". Essi trovano nel lavoro psicoanalitico una nuova vita, una nuova prospettiva sociale ed universale.
Hegel diceva che "Il pensiero, in quanto è essenzialmente tale, è in sé e per sé, è eterno. Ciò che è vero è contenuto soltanto nel pensiero ed è vero sempre e in ogni tempo[…]La filosofia si propone di intendere ciò che è immutabile, eterno, in sé e per ".
Ciò che è eterno in ciascuna vita prima o poi ha bisogno di un interlocutore a cui manifestarsi, e quando questo accade si attua il connubio tra la psicoanalisi, "il dialogo per eccellenza", e la filosofia sperimentale, l'eterno in dialogo profondo con se stesso.
Severino sostiene che "Il dialogo fra gli uomini è possibile intorno al concetto delle cose, ed è relativamente al concetto che può costituirsi tra loro un accordo nella verità".
Abbiamo deciso di proporre delle piccole schede di alcuni pensatori fondamentali dell'Antica Grecia: essi hanno intuito e dato parola a principi che determinano la nostre vite, le nostre ansie, i nostri malesseri, le nostre gioie, le nostre ricerche interiori, i nostri interessi, il nostro amore.
Essi sono capaci di evocare in noi la voglia di provare a pensare a riflettere più intensamente di quanto spesso facciamo, ci ricordano che abbiamo la facoltà di imparare e ricominciare a ri - creare sempre.

Tutti gli uomini per natura desiderano il sapere (Aristotele "Metafisica")
Una delle caratteristiche essenziali dei nostri Autori è quella di misurarsi con l'intero essere, con la totalità delle cose.
Chi è capace di vedere l'intero è filosofo, chi no, no. (Platone "Repubblica")

Per Reale "La totalità delle cose non è solo l'insieme delle singole cose; e questo significa che l'intero non è la mera somma delle parti. In breve, nel problema dell'intero non è in questione la quantità della realtà che si vuole dominare, bensì la qualità dell'approccio a questa realtà, ossia l'angolazione in funzione della quale la si vuole dominare".
I primi pensatori tendono a conoscere l'universale, quell’ universale che dà senso al particolare, unificandolo; essi sono guidati dall'intuizione della radicalità, dall'urgenza esistenziale di percorrere la strada che porta alla Verità, che li porta a superare il dualismo: bene male, buono cattivo eccetera, dualismo che resta ancora oggi nelle religioni, nei miti nuovi come nelle scienze, dualismo che fa restare l'uomo fuori dal tutto, con il pretesto di "farci stare tutto".
"Sin dall'inizio la filosofia è l'interesse portato al Tutto, che appare nella verità. Il nucleo costantemente presente nella storia della filosofia non è allora costituito solamente dall'idea della verità - cioè dall'apparire della pura essenza della verità - , ma dalla relazione tra l'apparire della pura essenza della verità e l'apparire della totalità delle cose: il nucleo è, appunto, l'apparire del Tutto nella verità. Ciò che abbiamo chiamato l' "idea" della verità è la verità stessa, in quanto si mostra nei suoi tratti più ampi e decisivi (cioè nella sua pura essenza): l'incontrovertibilità, necessità, assolutezza, immodificabilità del sapere." (E. Severino).
I primi pensatori cercano di unire il reale: l'esperienza sensibile - la molteplicità all'Uno - alla totalità, a cui il loro sapere è indirizzato, in quanto: "La domanda sull'intero, dunque, viene a coincidere con la domanda sul principio fondante e quindi unificante la molteplicità. Potremmo anche dire che la domanda sull'intero coincide con la domanda sul perché ultimo delle cose, dal momento che è proprio questo perché ultimo che, nella misura in cui spiega tutte le cose, costituisce l'orizzonte della comprensione di tutte le cose." (G. Reale)
I primi Naturalisti: Talete, Anassagora, Anassimene, cercano nella Natura - nella physis - il principio primo delle cause ultime, cercano l'archè, il principio universale, la verità incontrovertibile che è l'idea della Filosofia; intendendo la physis non come una parte del tutto ma il tutto.
Con Pitagora l'indagine filosofica cosmologica trova il suo archè nei numeri, visti come realtà concreta e chiave d'accesso per comprendere l'armonia del Tutto.
Eraclito e Parmenide sono i due poli per indagare l'Essere nella sua totalità, l'uno nel guardare ad esso come luogo dove i contrari dimorano l'altro astraendo l'essere da se stesso vedendo solo in questa astrattezza la Verità.
La filosofia attraversa con i sofisti un processo di dissolvimento del passato, di critica, mentre con Socrate attraversa un momento di trasformazione in quanto egli tende a ricercare e a rioccuparsi della verità universale, compito che porteranno avanti sia Platone che Aristotele.
Perché le parole filosofiche che in queste schede incontreremo, i concetti filosofici che ci risuoneranno dentro, non diventino parole oggettive vuote, separate dalla realtà soggettuale e quindi universale che ogni singola vita è (rischiando di farci negare l'evoluzione del pensiero, mantenendoci radicati solo al passato senza considerare il "nostro presente") concludo la premessa riconducendo il discorso alla dinamica universale ed eterna che è l'evoluzione del pensiero stesso, con una frase di chi tale dinamica ha sperimentato in se stessa e ne ha fatto parola, Silvia Montefoschi:
Essendo noi il punto di arrivo dell'evoluzione del pensiero, la dinamica che noi attuiamo è la dinamica che il pensiero ha attuato da che, per amore di se stesso, si è fatto a se stesso manifesto e che in noi prosegue fino al suo compimento.
(Breviario dell'amore
di Silvia Montefoschi e Massimo Marasco).
E' nostro onesto modo esporre una griglia con la quale l'essere ci suggerisce la visione d'insieme dell'eterna ricerca: alla luce di tale visione sia la filosofia che la psicoanalisi perdono la dimensione di luogo privilegiato in cui ricercare la verità eterna: ciò che resta è il pensiero come luogo in cui si sperimenta la vita eterna.
Le schede che qui presentiamo rappresentano sia la nascita di parole e quindi la nascita di esperimenti che segnano l'anelito infinito dell'uomo a trovarsi, che le tappe di tale eterno cammino verso quel luogo che ripetiamo non ha altro nome o altra collocazione se non se stesso.
Laboratorio Evolutivo Permanente 2004.

Bibliografia:

H. Arendt, Vita activa, ed. Laterza.
Andrew Robert Burn, Storia dell'antica Grecia, ed. Mondadori.
Gadamer, Studi Platonici, ed. Marietti.
F. Hegel, Introduzione alla storia della filosofia, ed. Laterza.
Hegel, Lezioni sulla storia della filosofia, ed. La Nuova Italia.
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, ed. Laterza.
Salvatore Natoli, Parole della filosofia, ed. Feltrinelli.
Nietzsche, I filosofi preplatonici, ed. Laterza.
Parmenide, Sulla natura, ed. Rusconi.
G.Reale, Storia della filosofia antica, ed. Vita e pensiero.
Schuré, I grandi iniziati, ed. Laterza.
E. Severino, Oltre l'uomo e oltre Dio, ed. Il Melangolo.
E. Severino, La Gloria, ed. Feltrinelli.
E. Severino, La filosofia antica, ed Bur.